1798 - Domenico Alberto Azuni: Sui balli della Sardegna



"Il ballo in Gallura": Aggius (primi del 1900)

"Non v’è nulla di più gradevole e di più interessante dei balli sardi. Essi sono di due specie: l’uno è denominato nel dialetto baddu pasturino (ballo pastorale) e si esegue a pas de deux; l’altro ha il nome di baddu tundu (ballo tondo), quando più persone ballano assieme, uomini e donne, tenendosi per mano in circolo e ballando a passi misurati al suono di un istrumento detto sas trubeddas (specie di zampogna o cornamusa) o al suono di più voci concertate che cantano canzoni relative alle feste del tempo in dialetto sardo o all’improvvisazione secondo il tema che il poeta riceve dalla sua bella. 
Ogni paese ha le sue danze, e la Sardegna da questo lato è stata sempre ben provvista. Vi sono da per tutto dei balli nazionali che non possono essere che molto antichi. Non occorrono maestri per apprenderli, basta la sola imitazione per eseguirli.

Ollolai, ballo tradizionale (Metà del 1900)

Così si vedono da noi ragazzi, dopo la prima età, ballare il pasturinu e il tondu con grande piacere e facilità. Si dimenticano le danze complicate che richiedono studio e precisione. I nostri balli, più semplici, più gai, più facili non si dimenticano affatto, perché vengono spesso ripetuti ad ogni età, anche nella più avanzata, così ogni festa li riconduce, ogni scampagnata li fa rinascere al suono del più semplice strumento che possa eseguire le battute di un pastorale, o quello di tre voci concertate che seguono la battuta."


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tratto da: 

Domenico Alberto Azuni: “Essai sur l'histoire géographique, politique et naturelle du Royaume de Sardaigne”, Levrault, Parigi 1798

Testo originale in pdf (da Sardegna digital library)

Traduzione tratta da: Andrea Locci: "Folklore in Sardegna - Il ballo e la musica attraverso la Storia, le scelte da fare per un folklore credibile", Ed. Dessì, Quartu S. Elena, 2012

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