1900: Appunti lessicali e toponomastici - Sull'etimologia del termine Launeddas

 Launedda o Launeddas.


È un diminutivo del latine calamus (greco χλαμος) - canna, flauto pastorale fatto con canne. Nel francese antico caramel, francese moderno chalumeau, provenzale caramel, spagnolo caramillo e churumbela, catalano caramellas, antico italiano caramella e ciaramella - strumento musicale da fiato, corso cialambella *Calamella, che n’è la base, è divenuto launedda per metatesi di l, cioè *claurnella prima, e quindi poi glaumella (se non si ebbe ancor prima galumella)] launella ] lannella ] launedda.


La forma liunedda, come si dice altrove, logudorese leonedda, n’è una variante con trapasso di a in i, come in sirboni - cinghiale per * sarboni , da cui Sirborica nome di regione presso Aido Maggiore perchè ritrovo di cinghiali. Non ha dunque niente da che fare con leone come fu detto erroneamente dallo Spano nella presunzione che ‘‘questi calami o fistole si facessero dagli antichi con le ossa o stinchi di lionesse, orsi, elefanti’’.


1905 - Sestu: Balli in onore di Cesare Pascarella


Nei toponimi: Sa Launedda nel comune di Mandas, Riu Launeddas in quel di Soiarussa, Su Launaxeddu (per *calamicellus) presso Donori, in riscontro con quello di altro tema esprimente la stessa cosa: Cannedda, comune di Mandas, Milza Canneddu, comune di Lunamatrona, Monti Canneddu comune di Serpenti, fu serbato il senso proprio di calamus - canna o cannicella.


La forma lómpiri ( - latino compieo) - arrivare, giungere, e le riduzioni del nesso gl- iniziale, di cui è fatta menzione parlando di lea, informino sulle sorti del c poi fatto q innanzi ad L iu principio di parola. Così altri esempii analoghi o della medesima specie di quello che si ha in launedda ci ragguaglieranno sul mutamento di m in n: esso non è infatti che la riproduzione, a vero dire più sporadica che specifica in formula interna, del fenomeno proprio all'iniziale come si coglie in narba da malva, nenddu — midollo, nuscu e nuscau da nuscum, nica — brandello da mica, nuraghe da muracem, ecc. - L’analogia di Ieone vi avrà forse contribuito, di modo che lo Spano, dato lo stato degli studii linguistici ai suoi tempi, non avrebbe avuto tutto il torto di dedurre l’etimo da esso.


Seulo, prima metà del 1900: Suonatori di Launeddas (Dalla pubblicazione "Seulo, cultura, tradizioni e immagini del passato", a cura della Associazione turistica Pro Loco, Trois Edizioni, Cagliari, 1984).



Detto sostantivo è quasi sempre posto al plurale e ciò si spiega benissimo per essere ristrumento composto di parecchie cannucce, distaccate le une dalle altre e riunite insieme nel momento d’inipiegarle, dopo di che, a musica finita, si rinchiudono in apposito astuccio chiamato stracasciu, altrove turcassu - turcasso. Prese separatamente, le cannelle, di cui si compongono le launeddas, assumono nomi speciali che sono; mancosa manna — grande di sinistra, detta altrove sa secunda o sa segunda per accompagnamento del basso, mancosedda - piccola di sinistra, ma che effettivamente sta in mezzo, con voce di soprano, tumbu = basso, con cui si eseguisce la parte di basso, e mediana ch’è una quarta cauua di riserva sostituentesi a una dello suddette. - Tumbu sembra essere una forma nasalizzata di tubu, dal latino tubus (si confronti però anche con retumbus - rimbombo). Tra le voci con vocale nasalizzata dinnanzi alla consonante labiale, son da citarsi a tal fine: bambu - insipido, di cui fu già parlato, il logud. pompiate = osservare, per ’popiare da pupia - pupilla, il logud. rumpellu - ribelle, ritroso. Avevo anche pensato al meridionale cambusciu - cuffia, ma esso è dovuto al catalano qambuix che, fra gli altri, ha anche quel significato. Quanto a zirnboriu - cupola, esso non è che il travestimento, facile del resto a riconoscere, dello spagnuolo cimborio - duomo, cùpola.


Non è tutto: le dette launeddas, secondo che sono destinate al ballo sardo, al canto di chiesa o a figurare nelle processioni, vengono modificate nelle ottave e nel timbro sturando o chiudendo questo o quel buco della mancosa. manna, variando le combinazioni con canne di ricambio, che vanno dalle più grandi alle più piccole, o ponendo due mancosas mannas insieme. Queste diverse combinazioni, che, comunque sia, non richiedono mai più di tre canne, lasciano, dirò così per un momento il nome generico di launeddas, detto anche sonu ’e ganna, per prenderne, secondo i casi, alcuni particolari o d’occasione. Tali sono: mandulinu, punti organu, fiorasu, mediana, viuda o fiuida , altrove viudedda o fiudedda, nell’ultimo dei quali, forse perchè vi corrisponde il triste accordo delle note, si volle vedere, non so ancora se con ragion etimologica, come un’eco delle lamentazioni della vedovella sconsolata.


Michele Deiana - Campidanese a Punt'e Organu, Domusnovas 2022 (video di Cristiano Cani)


Altri nomi di simili strumenti sono: il logudorese truvedda, sassarese trubedda - specie di zampogna che il Guarnerio unisce col pisano troba da tuba; il meridionale sulittu = fischio, zufolo, da salai, accanto a suai — fischiare, nel quale non è già che l’L sia proceduto da fl ridotto, ma preesisteva semplice poiché sulai, altrimenti dell'italiano zufolare, anziché venire da sibilare di fattura italica, viene direttamente da sibilare attraverso *siilare; pippajò - zufolo, da pipa ; zumiu - zufolo che invano si vuol spiegare collo spagnuolo zumb{ido), e frusciu - fischio, logudorese fruschiu da frusciai, frusciare - fischiare (da fistulare) od anche, meno probabilmente, da frustulum invece di 'fustulum diminutivo di fustis - sardo fusti - bastone, come in logudorese frùschina, meridionale fruscina da fuscina - fiocina, frustigalla - frasca, accanto a fustigalla che esiste anche. Dalla pubblicazione "Appunti lessicali e toponomastici. 1: Etimologie sardo-campidanesi con special riguardo al suddialetto d’Oristano", di Tito Zanardelli, Libreria G. Cavilotti, 1900, Oneglia


https://archive.org/details/1-Etimologie-sardo-campidanesi-con-special-riguardo-al-suddialetto-dOristano-PHAIDRA_o_103784/page/18/mode/2up?q=launeddas

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