1826/30 – Padre Gelasio Floris, “Componimento topografico storico dell’Isola di Sardegna”
“In Sardegna si balla in una stanza, salone, o anche in piazze pubbliche o private per tante ore. Giovanotti, con zitelle, ed altri, con le mani afferrate girano con un passo che a tempo fa dei passi regolati, ed altri giri coi piedi, e con le gambe, senza interrompere il giro. Il circolo però, delle persone che ballano per poter regolare il passo del moto del corpo, è sostenuto da un suonatore di cioffoli. Il suonatore sta nel centro del circolo e sempre in piedi. Questi balli sono comuni in Sardegna a tutti i paesi e città, ed anche in quelle città dove vi sono teatri, vi si fanno fare per comodo delle persone che non si dilettano ad altro ballo”
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Sestu, 1905 - Balli in onore di Cesare Pascarella, poeta e pittore romani iin visita nel paese |
“… in molti paesi, soprattutto nel capo settentrionale, perché scarseggiano i buoni suonatori di launeddas, supplisce un canto armonioso di giovanotti che allo stesso tempo ballano e cantano canzoni sarde con un tenore e un buon basso, e modulano di concerto la voce di tutti e tre i cantori che dà uno ai ballatori in modo di fare il passo”
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Bitti, primi del 1900 Ballu tundu con accompagnamento a tenore, presso il santuario campestre de "Su Meraculu" |
“… sebbene questo ballo si usa per tutti i paesi dal capo di Cagliari, quanto in quello di Sassari e di Gallura, non di meno con più fanatismo si usa nel capo di Cagliari: imperochè in ogni paese vi è suonatore, ad ogni domenica, ad altra festa di precetto, deve suonare, al dopo pranzo, in un certo luogo pubblico, in piazzale o cortile dove tutti accorrono o per ballare o per guardare. Tale luogo si chiama antonomasticamente “Su praxeri”, cioè luogo di piacere”.
Tratto da: Padre Gelasio Floris, “Componimento topografico storico dell’Isola di Sardegna” Tomi 3, Manoscritto cartaceo della Biblioteca Universitaria di Cagliari
in “Il Ballo Sardo: Storia, Identità e Tradizione, Volume primo – Le Fonti del Ballo Sardo” di Gerolama Carta Mantiglia, Antonio Tavera; Edizioni Taranta, 1999 Firenze.
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