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1926 - "I divertimenti dei Sardi", da "La Sardegna e i Sardi" di Valentino Martelli

  I divertimenti dei Sardi   i sardi hanno una passione viva per il ballo, per le corse dei cavalli e per le gare poetiche: oltre i fuochi artificiali od i semplici spari di fucile e di banchetti lauti, sono questi i numeri principali delle feste dei villaggi, cui tutti partecipano con entusiasmo contenuto, non già, come ama credere il Bottiglioni (Vita Sarda, pag. 54), gettandosi in braccio al divertimento e al piacere con vero abbandono.  Difatti lo stesso autore, sette pagine dopo, parlando del ballo, cui i sardi si danno con vero trasporto, dice: "sul volto acceso non si delinea il sorriso, né si manifesta la soddisfazione intima che essi deboli provare, tanto, che, guardandoli, viene fatto di domandarci se veramente si divertono o si stanno compiendo un sacro rito". È per l'appunto a questa compostezza, anche negli svaghi preferiti, si riferisce il proverbio nuorese “in ballos e in festassi connoschen sas testas”, con cui spesso il Bottiglioni apre il capitolo “...

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