1832/1848 - Notizie sui balli dal Dizionario Angius - Casalis: Parte 6 (Padria - Sedini)
Padria
Le ricreazioni solite sono il ballo e il canto ne’ dì festivi e principalmente nelle feste.
Pattada
Ricreazioni: in tutti i giorni festivi la gioventù, e molti non giovani, ballano all’armonia del canto nella piazza davanti l’oratoria della N. S. del Rosario e in quelle strade, dove è sufficiente larghezza. Nelle nozze si fanno straordinarie allegrezze, banchetti, danze, gare di poeti improvvisatori, de’ quali è gran numero in questo popolo; si fa altrettanto per la nascita dei primogeniti.
Nell’oratorio che era dello stesso convento (S. Domenico) si celebra addì 9 novembre la festa della dedicazione del S. Salvatore con fiera, balli e fuochi.
(S. Giovanni Battista): nel confine dell’abitato a settentrione, ove si festeggia nel proprio giorno (24 giugno), si celebra una fiera, si corre il palio e si danza allegramente.
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Pattada, Balli in piazza (Prima metà del 1900) |
Pauli-Pirri (Monserrato)
Nelle domeniche si fa la danza pubblica, e negli ultimi giorni di carnevale si balla in case particolari, dove siano fanciulle da marito.
In tutti i giorni festivi, eccettuato il tempo di quaresima, si fa la danza pubblica all’armonia delle zampogne.
Pirri
Nel morale hanno i pirresi molte parti buone, e generalmente sono laboriosi, pacifici ed economici, e nelle occasioni di festa o di ospitalità molto splendidi, sempre gioviali e amanti di sollazzi, principalmente della danza. Distinguonsi fra’ campidanesi per la pompa nel vestiario, ed è bello vederli nelle feste solenni come vanno adorni nei vivaci colori delle vestimenta, negli ornamenti d’oro e di argento, e più degli uomini le donne. Quando accade, il che è frequente, che sieno i cittadini spettatori delle danze, che si fanno nelle pubbliche piazze intorno a’ zampognatori, allora si vede quanto meglio compariscano le persone in quella foggia nazionale, che nella moda straniera, e quanto quella sia più vaga di questa. Tuttavolta, mentre i forestieri riguardano con quel diletto, che si riguarda una bellissima scena, quella vivace gioventù così splendidamente vestita e adorna, alcuni sardi vedono con dispiacere che ritengasi tuttora l’antica forma del vestire, e credono che chi non veste pantaloni, marsina o frac e cappello, è un barbaro. Fortunatamente i forestieri sensati fan loro intendere che dicono una pazzia, e sono ingiusti in istimare le proprie cose.
Porto Torres
(San Gavino): Alcuni pregano, altri si sollazzano, altri fanno una ed altra cosa, e dopo la preghiera cantano, danzano, fanno conviti, e vanno sulle barchette vogando dentro il porto.
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Simone Manca di Mores, Ballo per la festa di San Gavino a Porto Torres (2° Metà del 1800) |
Pozzomaggiore
Le ricreazioni di questi popolani sono le solite, la danza e il canto: molti però aman meglio le carte, e fanno allora gran consumo di vino.
Pula
L’unica pubblica ricreazione è la sola danza, cui si attende dalla gioventù nella piazza maggiore ne’ festivi all’armonia delle canne dopo compiti gli uffici divini e ricevuta la benedizione del Santissimo.
Putifigari
Ne’ giorni festivi passano alcune ore nella solita ricreazione delle danze e del canto, e alcuni di miglior ingegno contendono tra loro in dispute di poesie, rappresentando i pastori virgiliani.
Posada
Ne’ dì festivi si aduna la gioventù d’ambo i sessi nel solito luogo de’ balli, e si balla allegramente all’armonia di quattro voci tra le strofe di canzoni composte dagli stessi cantori, o da altri, e per lo più sopra soggetti d’amore.
Quarto (Quartu S. Elena)
Ne’ dì festivi si balla nella piazza all’armonia delle zampogne dopo la messa e nella sera dopo le funzioni religiose.
Queremùle (Cheremùle)
Nelle feste si balla nella piazza all’armonia del canto. Si balla ancora nel carnevale, ma i più amano di tirare al bersaglio o di colpire la gallina.
Samugheo
Ne’ dì festivi ballasi nelle piazze a’ modi delle zampogne, o all’armonia del canto.
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Samugheo, preparazione al ballo "S'Orrosciada" (Anni '50) |
San Gavino Monreale
La ricreazione comune è, ne’ giorni festivi e nelle notti di certe feste popolari, la danza al suono delle zampogne; in canto all’armonia dello stesso rustico istrumento continua ad usarsi nella estate per le vie del paese, e si modula in ogni rione una o due ottave di versi bissenari, ecc ecc.
Santa Giusta
Noto due vie principali, una delle quali, la maggiore, è parte dell’indicata grande strada, l’altra è nominata de ballis (sa ruga deis ballus) perché nella parte, dove essa è più larga, si suole nelle domeniche e in altre feste, in cui il popolo vaca dalle opere, radunarsi la gioventù dell’uno e dell’altro sesso per sollazzarsi nella danza in presenza de’ loro genitori
Santu Lussurgiu
Divertimenti: Nel carnevale i lussurgesi amano il ballo in maschera e andare e correre a cavallo mascherati. Si fanno varie società, e in grandi sale si danza a molte ore della notte all’armonia delle launelle o delle cetre
Sardara
Le ricreazioni pubbliche si riducono a’ soli balli ne’ giorni festivi. Lo zampognatore conducesi dai giovani, e questi contribuiscono tanto di grano per ciascuno, che si ha una somma di circa 30 starelli
Sarrocco (Sarroch)
I delitti sono frequenti in questo territorio (manca una stazione di giudice di mandamento - polizia). Alla negligenza de’ curiali aggiungesi che non si possono provare testimonii ne’ pure di quei crimini, che si perpetrarono nel cospetto di tutti, in mezzo al popolo nella piazza della danza
Sassari
I sassaresi sono uomini gioviali, faceti, caldi d’immaginazione, e talvolta un po’ troppo; quindi amantissimi dei sollazzi, della danza, del canto, del teatro.
Nel carnevale sono varie sale pubbliche per ballo. Le maschere si riuniscono in diversi punti, principalmente in pian di castello, dove si intrecciano danze alla sardesca. E qui essendo concorso di molte maschere gentili cono prese nella catena anche persone distinte non mascherate, e si tripudia con grande allegria al suono di diversi istromenti musicali. Fra gli altri suoni notasi lo stridore di un plebeo istromento, usato da’ giovani del contadiname, e formato con una corda di minugi (budello), distesa in una canna o bastoncino arcuato, che preme una vescica gonfia, e strimpella nel modo più ridicolo
Vendemmie: si balla all’armonia de’ flauti, de’ violini e d’altri istromenti, e mentre si agitano i giovani nelle diverse maniere di danze, gli altri giuocano alle carte i giuochi spagnoli, o il tresette o l’whisth (recte whist, giuoco di carte). La natura gioviale del popolo dimostrasi allora, come nel carnevale. Tutto è ilarità, riso, facezie, scherzi, e si inventano cento modi di ricreazione. Sul cadere del sole sciogliesi la brigata civile, e tutte le vie convergenti alla città si empiono di gente e suonano di canti e di voci liete; ma non cessa il sollazzo nelle vigne, perché i contadini, le loro figlie e le ancelle, vacando in quell’ora dalle fatiche si divertono a ballare, cantare, o a far de’ giuochi, mentre i villeggianti se la serenità delle notti lo permette si visitano gli uni gli altri, e trattengonsi al giuoco delle carte o ripigliano le danze
(candelieri): Quando il popolo che già riempiva la città, sia tutto radunato attorno a questa chiesa, può un forestiero formarsi una giusta idea di quello che sono le grandi feste popolari della Sardegna, e ammirare le danze e udire i canti che si prolungano nelle tarde ore della notte, e si protraevano anche più in altri tempi (…).
Sedini
I sedinesi amano il ballo a suon di cetra e al canto, e godono dello spettacolo della corsa de’ cavalli.
Si usano le maschere nel carnevale e si fanno i balli pubblici, ma nessuna donna vi interviene, se non mascherata
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Tratto da:
CASALIS, Goffredo, a cura di - "Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna", Compilato per cura del professore e dottore di belle lettere Goffredo Casalis, Torino, 1833-1856, in 28 Volumi, di volta in volta pubblicati presso codesti editori torinesi: G. Maspero librajo e Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi.
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