1832/1848 - Notizie sui balli dal Dizionario Angius - Casalis: Parte 8 (Solarussa - Villamassargia)




Solarussa 

Le principali feste, alle quali è molto concorso dai vicini paesi, sono per il titolare della parrocchia (S. Gregorio), e per la vergine delle grazie. Gli ospiti sono ricevuti con molta cordialità, trattati con splendidezza, possono ricrearsi nella danza e poi godere dello spettacolo della corsa de’ barberi. 

Solarussa, ballo campidanese (Metà del 1900)

Sorgono 

Nelle feste e nelle contingenze fauste si balla all’armonia delle lionelle o del canto (…). 



Sorso 

Nel carnevale le persone della bassa classe mascherate e non mascherate ballano nelle piazze, le persone di miglior condizione ballano in sale particolari di notte. 



Suni 

La chiesa parrocchiale è dedicata a S. Maria ad nives (…). Le chiese filiali sono denominate una dai SS. Cosma e Damiano, l’altra da S. Pancrazio e questa era l’antica parrocchia, dove si festeggia ogni anno addì 12 maggio con molto concorso di gente da’ vicini villaggi della Planargia con danze nella gran piazza in mezzo all’armonia delle canne, o del canto. 



Talana 

Il divertimento è qualche volta nella danza al canto, o nel giuoco delle carte, però senza interesse. 

La festa principale è quella di S. Marta, alla quale concorrono poche persone forestiere de’ paesi più vicini, Ursulè, Baunei, Triei. L’ospite è trattato come si può, ma nel partire non se gli porgono i doni, che si consumano in altre parti. Tutto il sollazzo che si può avere in questa festa si riduce alla danza e al canto. 



Tempio 

Balli pubblici: Da gran tempo si cessò in Tempio, anche per le maggiori feste, di danzare nelle piazze del paese, e si danza dentro le case nelle diverse occasioni di allegrezza. Solo nelle feste campestri si continua il sollazzo del ballo tra il canto a quattro voci. 

Nel carnevale si ballano i balli di moda. 



Tertenia 

In occasione delle anzinotate feste (Vergine Assunta, S. Sebastiano, S. Sofia) concorrono da’ paesi vicini, e sono ricevuti in ospizio e trattati con molta cordialità quelli degli altri paesi, in casa de’ quali ospiziano i terteniesi in occasion delle loro feste. Il gran divertimento delle feste è nella danza e ne’ banchetti ospitali, che sono lautissimi. 

Tertenia - Coppia di uomini che ballano il Campidanese (Anni '50)

Teti 

Le principali feste sono per la Beata Vergine ad nives (5 agosto), per S. Giovanni Battista (24 giugno), per S. Sebastiano nel terzo lunedì di settembre. In occorrenza delle medesime hanno luogo le solite pubbliche ricreazioni di balli, e la corsa de’ cavalli per la seconda e terza. Per S. Sebastiano molti vanno alla sua chiesa campestre per far la novena, e tutte le sere le divozioni sono seguite da una danza fervida e prolungata, la quale nella vigilia della festa dura dal vespro all’alba. 



Thiesi 

I popolani amano molto la danza, e non solo ballano nel carnevale e nelle feste popolari, ma usano di radunarsi tutti i dì festivi in una piazza e ballarvi, cominciando dalla festa della Pasqua, sino alla domenica che precede la stagione della mietitura. 



Tiana 

La festa principale che si celebra nel paese è per S. Marta con molto concorso di ospiti da’ vicini paesi, che vengono a trovare i propri amici ed ospiti e ricrearsi nelle danze. 



Tinnura 

La festa principale è per la titolare (S. Anna) addì 26 luglio, nel qual giorno concorrono molti dai paesi vicini per aver parte alla danza che si fa all’armonia delle zampogne o del canto, e nei banchetti. 



Tissi 

Le maggiori solennità di Tissi sono per la titolare (S. Anastasia) e per S. Vittoria. La prima è rallegrata da danze, dalla corsa de’ barberi e da fuochi artificiali. 

In occasione di puerperio, convengono parenti ed amici, e vegliano più notti in conviti, canti e balli. 

Tissi, Ballu tundu (Prima metà del 1900)


Tonara 

Negli usi sono simili agli altri sardi e massime a’ loro compaesani della Barbagia. Hanno gran passione per i balli e questi si fanno all’armonia del canto, non potendosi che di rado avere uno zampognatore. 



Torralba 

I torralbesi amano, come gli altri, la danza e il canto, e a i giorni festivi si ricreano volentieri, massime se abbiano speranza di buon ricolto, o se già l’abbiano ottenuto. 



Torpè 

I torpeini sono gente vivace, animosa, sollazzevole, e si ballava e si cantava quasi tutti i giorni nel bel tempo, e dopo le fatiche dei giorni di messe. 

Alle feste popolari concorre gran gente da tutta la contrada di Posada, dalla vicina di Galtellì e Orosei, e da quelle di Oviddè e di Terranova, ed i torpeini esercitano con molta cortesia l’ospitalità, che poi si rende ad essi, essendo consuetudine che gli ospiti invitino gli ospiti. La gran ricreazione è nei balli, nelle improvvisazioni dei poeti e nella mensa. 



Tuili 

L’unica ricreazione è la danza al suono delle canne, la quale si pratica in tutti i giorni festivi in una piazza. Cantasi pure con l’accompagnamento dello stesso istromento o di altre voci 

(S. Tecla – chiesa distrutta): nella campagna e regione volgarmente detta Santatega, dove anche le persone di mezza età han veduto farsi i divini officii e trasportarvisi dalla parrocchia il simulacro della Santa Martire, nel vespro del 22 settembre, ed han preso parte alle allegrie solite de’ balli e de’ canti allo splendore dei falò nella sera e nella notte, e goduto dello spettacolo de’ cavalli. 



Tula 

Ne’ giorni festivi attendono alle consuete ricreazioni del canto e della danza a canto. 



Ulassai 

L’unica chiesa minore che trovasi nel paese è dedicata al martire S. Sebastiano, ed in essa si festeggia addì 20 gennajo e nell’ultima domenica di agosto con la suddetta distribuzione di elemosina, e sempre, come deve supporsi, col solito accompagnamento della danza. 

Ulassai, Monti 'e is baddadoris (1937)


Ursulè (Urzulei) 

Si sollazzano ne’ giorni di festa nella danza a canto, e nei canti a murmuttu, vale a dire nelle improvvisazioni a disputa. 



Uta 

Gli usi nunziali sono quali li abbiam descritti per gli altri luoghi del Campidano. La ricreazione più cara e comune è la danza alla zampogna. 

Nella ultima domenica di agosto molte famiglie del paese e dei luoghi vicini a piè della montagna alla chiesa già menzionata di S. Lucia, presso la quale si uniscono i rivoli, che formano il fiume di Capoterra, ed essendo questo luogo di gran frescura ed amenità, massime in quella stagione, e prossima allo sbocco di tre valli, ove per soprapiù si gode di un bellissimo ed amplissimo orizzonte, esse vi si accampano sotto gli alberi, fanno grandi fuochi nella notte, e si dan tempo danzando animosamente e facendo conviti. 



Villamassargia 

Nella Festa solenne della N.D. del Pilar (dessu Pilài) nella terza domenica d’ottobre si celebra in questo una fiera di quattro giorni già che comincia nel sabbato e termina nel martedì, confluendovi molta gente da tutte le parti per godervi i soliti sollazzi del ballo e del canto, lo spettacolo della corsa de’ barbari e l’incendio del gran capannello, o falò, catasta immensa di grossissimi tronchi che illumina intorno a distanza le allegrezze de’ festeggianti e dura più giorni accesa.


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Tratto da:

CASALIS, Goffredo, a cura di - "Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna", Compilato per cura del professore e dottore di belle lettere Goffredo Casalis, Torino, 1833-1856, in 28 Volumi, di volta in volta pubblicati presso codesti editori torinesi: G. Maspero librajo e Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi.

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