1832/1848 - Notizie sui balli dal Dizionario Angius - Casalis: Parte 1 (Abbasanta - Busachi)

La forma di tale opera è quella di un resoconto di viaggio nel quale sono appuntati minuziosamente tutti gli aspetti della Sardegna. Ancora oggi quest'opera rappresenta una fonte indispensabile per gli studiosi della cultura sarda.
Ho estrapolato tutte le parti riguardanti il ballo, per ciascun paese.
E' necessario ricordare che in tutti i paesi della Sardegna si ballava, ma in molti di questi, nell'opera, il ballo non viene menzionato, perciò questa pubblicazione risulta utilissima per gli studi sulla vita sociale dell'epoca, ma incompleta e non esaustiva.
Da notare che il ballo spesso si accomunava con grandi banchetti e corse di cavalli, inoltre non menziona mai l'utilizzo dell'organetto e della fisarmonica, che all'epoca erano ancora in fase di "nascita" (i primi strumenti sono degli anni venti del 1800 in Austria, ma il perfezionamento avvenne nelle Marche, ad opera di Paolo Soprani, nella seconda metà dell'Ottocento).
Prima parte: Da Abbasanta a Busachi
Abbasanta
Le più solenni feste vi si celebrano, una addì 4 Agosto in onore di San Domenico, l’altra addì 8 Settembre per la Natività della Santissima Vergine, e la terza addì 25 Novembre per la memoria della titolare (della parrocchiale, dedicata a Santa Caterina). Sono le medesime alle da pubblici divertimenti e spettacoli, da canti di improvvisatori, balli, corsa di barberi e fuochi. L’ultima è abbellita da una fiera di tre giorni, alla quale intervengono negozianti da molte parti dell’Isola.
Allai
Veggonsi chiare le vestigie dell’antico paese di Loddù, e sono ancora intere le mura della chiesa, dove, verso l’anno 1760 addì 2 Luglio, celebravasi la festa della titolare, che era la Santissima Vergine nella commemorazione della Visitazione, con corsa di cavalli, canti e balli.
Aritzo
I matrimoni si celebrano con la massima semplicità; i balli ed altri pubblici divertimenti sono rari, e l’allegria delle feste dimostrasi con gran consumo di polvere da fuoco in mastii e razzi.
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Aritzo - Prima metà del 1900 |
Armungia
(Festa di San Sebastiano, seconda domenica di Settembre): I pubblici balli continuano con gran tripudio per tutta la giornata.
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Armungia, ballo in piazza (Prima metà del 1900) |
Assolo
Non havvi alcuna piazza per i balli, solito divertimento dei dì festivi della gioventù: ma costumasi celebrarli ora in una, ora in un’altra casa presso i giovanotti principali. Le fanciulle vi concorrono invitate da due o tre dei medesimi, tra i quali ha da esser sempre un suo parente per custode.
I balli fansi al suono dei launeddas.
Asuni
Chiesa campestre di San Daniele): In questa festeggiansi con molta solennità e grandissimo concorso. Vi si corre il Pallio, si accendono fuochi artificiali, e vi è grande allegrezza per li canti e balli. Concorrendovi non pochi mercanti e pizzicagnoli vi si tiene una specie di fiera.
Austis
Due pure sono le principali solennità accompagnate da pubblici divertimenti, balli, e corsa di barberi, una nel paese in onore di Sant’Agostino, l’altra in onore di Sant’Antonio da padova, con gran frequenza dai villaggi vicini
Ballao
(Festività di Santa Maria de Nuraji, al primo sole del Lunedì dopo Pasqua di Resurrezione, processione dalla parrocchiale all’antica sede): Ivi assiste tutta la moltitudine alla messa solenne, dopo la quale attendesi ai balli ed ai conviti, che è una bellissima cosa a vedersi. Errerebbe il tuo sguardo da una in altra parte, ora su d’una folla che corona una turba di giovani menanti in danza le modestissime forosette ornate di tutta la più pregevole loro ricchezza dell’armonia dei launeddas, or su un crocchio che ascolta il cantare di quei che riputati più sono per la voce, o su li due toccantisi circoli dei favoreggiatori dei due improvvisatori che intorno ad un dato punto tessono in contrario senso delle ottave, o terzine con l’armonioso accompagnamento delle altre tre voci, ed in diverso tuono dei canti meditati.
Banari
Il comune divertimento sono i balli.
Baratili
Il consueto divertimento sono i balli all’armonia deis launeddas nei gironi festivi, e nel carnevale.
Baratili (di Marmilla)
In occasione di allegrezza fanno tonar l’aria di festivi clamori, abbandonandosi notte egiorno ai balli.
BARBAGIA
Divertimenti: Il più caro piacere per i barbaricini è l’ascoltare due improvvisatori, che lodino una novella coppia, o disputino su qualche soggetto loro proposto. Se si balla all’armonia del canto, la danza viene incominciata dai giovani, e poi a mano a mano entrano le fanciulle; se al suono delle avene o del tamburino e piffero, sorton queste prime a intrecciarla. I balli si celebrano nelle pubbliche piazze, e continuano alla serina: allora le madri portansi via le figlie, e restano a continuare il divertimento i soli giovanotti. In qualche luogo le donne non si meschiano mai in ballo con gli uomini, se non in occorrenza di feste nunziali. Nei tempi addietro poco si pregiavano li zampognari, e questi non si presentavano per cercarvi condotta: ora si è cangiato costume, ed in molti paesi cominciano i suonatori, come sono volgarmente appellati, ad esser considerati come persone necessarie per trattenere dilettosamente i divoti nelle chiese, per sostenere l’allegria delle feste pubbliche e private, e per lo carnevale.
Balli e corsa di cavalli: Adempito con molto raccoglimento e fervore agli obblighi della religione, e da i sentimenti della privata devozione, la gioventù radunasi intorno alla chiesa in più corone, o dalla armonia delle zampogne, o dall’aria del canto eccitati al movimento, dan la mano alle modeste forosette, e connettono e stringono il ballo nazionale “Su ballu tondu”, ora slargandosi dal cerchio, dove sono i quattro cantori, o il suonatore, ora allungandosi in ellissi, ora ripiegandosi in molte sinuosità, ed ora, se la catena è di gran numero di anella, con frequenti conversioni per moto in avanti, e tantosto retrogado affollandosi in un mucchio, sì che offresi un bello spettacolo gradevole in quegli errori, nella modestia delle fanciulle, nella vivacità dei giovinotti che cagionano all’uniformità dell’andamento delle variazioni opportune con le belle capriole in cui vibransi con festevoli clamori.
Barrali
Amano molto i balli, e volentieri passano lunghe ore in ozio, bruciando tabacco.
Barumini
In tutti i dì festivi, che sia lecito, si celebrano i pubblici balli all’armonia delle zampogne, o d’altro rusticale istrumento.
Bitti
Per la Natività di Maria che onorasi nell’antica Dure si ammira molta religione, e si fanno grandi allegrezze. Nello spazio del novenario vi concorre sulla sera il popolo, si tengono i balli, e si gareggia nella notte dai poeti improvvisatori.
Bolotana
La strada cognominata del Santo Salvatore, dove esisteva una chiesa di filippini, è la più bella e più frequentata. E spesso lieta de’ pubblici divertimenti e sollazzi, balli, cantici, corse, mascherate ecc…
S’arza o S’argia: Così chiamasi un certo ragno, che tiensi per velenoso, e che pare la tarantola dei pugliesi. Quando avvenga che qualcuno ne sia morso portasi in un letamajo, dove scavasi come una sepoltura e si fa giacere coperto sino al collo di poca terra. Lui così posto, intersecasi intorno a una danza di sole donne che sogliono, o devon essere, secondo i zelatori di questo costume, vedove, attempate e maritate già vecchie con fresche zitelle. Non si canta né si suona alcuno dei soliti instrumenti rustici, e solo si battono o si scuotono sos tintìnnos
Bosa
In questa chiesa pontificia (Concattedrale) ogni anno il vescovo assistito dal suo capitolo tanto nei due vespri che nella mattina: vi si porta in una bella gondoletta tra molte altre che contengono le persone del capitolo, e le primarie del paese. Una gran parte dei cittadini vi concorre, e vi frequenta pure gran gente dai vicini paesi, le quali nella notte della vigilia e nel mattino maravigliosamente si sollazzano nelle danze e nel carro
Grand’apparecchio e dispendio facevasi per le nozze, nascite, o per la prima messa di qualche sacerdote novello, e per un intero ottaviario teneasi mensa imbandita e aperta a tutti i parenti ed amici con continui balli e canti; quali festini erano detto Sas Bodas
Bauladu
(Festa di San Gregorio Magno): Concorre di vicini paesi molta gente per la festa della titolare (parrocchiale): si celebran pubblici balli e corresi il palio
Busachi
Molta è l’allegria nelle feste popolari, si banchetta con gli ospiti, e ballasi presso alla chiesa di giorno e di notte. Le danze al caribo o ridda sono dappertutto la ricreazione dei contadini e pastori. Nei campidani la gioventù tienesi fermata con certa provvisione uno zampognatore, che in tutti i dì festivi sia in certe ore consuete al servigio loro, e delle fanciulle.
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Ballerini di Busachi - Anni '50 |
Tratto da:
CASALIS, Goffredo, a cura di - "Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna", Compilato per cura del professore e dottore di belle lettere Goffredo Casalis, Torino, 1833-1856, in 28 Volumi, di volta in volta pubblicati presso codesti editori torinesi: G. Maspero librajo e Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi.
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