1832/1848 - Notizie sui balli dal Dizionario Angius - Casalis: Parte 5 (Nurachi - Ozieri)




Nurachi 

Le principali sacre solennità sono per il patrono S. Giovanni Battista, per S. Lucia v. e m., e per i santi martiri Giusto e Pastore, Ogni festa è allegrata da pubblici divertimenti, principalmente da quello della danza al suono delle canne; l’ultima è più frequentata per lo spettacolo della corsa. 

Ballo di Nurachesi a S.Giovanni di Sinis (Primi del 1900)


Nurallao 

Questi paesani sono gente pacifica e laboriosa, di umor allegro, e amanti delle ricreazioni e del ballo. 



Nuraminis 

La principale e comune ricreazione è la danza o nella piazza prossimamente alla parrocchiale e al cimitero, o nelle case; ed è tanto l’amore che si ha per questo movimento fatto all’armonia delle canne, o del piffero e tamburo, che non si posson tenere da prendervi parte co’ giovani molte persone già provette in età, uomini e donne anche più di 60 anni. 

Lo zampognatore, o il suonatore, suol essere condotto da’ giovani nubili (is bagadius) che gli promettono e danno, i maggiori una quarra (mezzo starello), gli altri o sei imbuti, o un quartuccio, cioè il quarto dello starello, che è imbuti quattro, regolandosi questa proporzione dalla maggiore o minor parte, che per l’età e le occupazioni possano essi prendere ne’ sollazzi. Nelle feste principali uno de’ primari giovani passa attorno nell’ora della danza, domanda la buona grazia per il suonatore al quale poscia porge una ventina o una trentina di franchi.

Le feste principali sono; la prima per il titolare della parrocchiale (S. Pietro), con balli pubblici, corsa de’ barberi, fuochi artificiali, gran frequenza di ospiti, e mercato. 

Per Sant’Isidoro si conducono processionalmente non meno di 60 gioghi, ben adorni nelle corna, e si fanno pubblici balli nella piazza presso la chiesa, come parimento si fanno per le altre feste. 


Nurri 

Ballasi nel sabbato a sera e nella domenica; nel carnevale molti si mascherano, e i giovani corrono sul cavallo or singoli, or a due o a tre abbracciati. 

Nelle feste si danza e si canta or alle canne (lioneddas), or a disputa, e i cantori ed improvvisatori sono onorati di una gran corona di popolo spesso plaudente. 



Oliena 

Gli olianesi non sono meno degli altri sardi amanti della danza, e la girano all’armonia di 4 voci.

La festa principale frequentata dagli stranieri è per il patrono S. Lussorio, e si allegra di balli, canti, dello spettacolo della corsa. In occasione della medesima si celebra una piccola fiera. 

Oliena, Ballu tundu (1956, Schneider)



Ollastra Simaxis

La festa principale è per S. Marco, alla quale concorrono molti da’ vicini paesi per la ricreazione de’ balli pubblici e lo spettacolo della corsa. 



Ollolai 

Le feste principali sono per il titolare della parrocchia, per S. Bartolomeo, per S. Pietro e per S. Basilio. Concorrono per le medesime molte persone da’ paesi vicini, si fanno balli pubblici e si da’ lo spettacolo della corsa: ma perché i premi sono di pochissimo valore però non concorrono nell’arringo che ronzini. 

Ollolai, Ballu tundu (prima metà del 1900)



Orani 

Ne’ giorni festivi in ore in cui non si facciano atti di religione, il popolo danza nella pubblica piazza o a suon di tamburo o all’armonia di quattro voci. Nel carnevale i giovani corrono a cavallo mascherati e le persone di distinzione si radunano in una sala preparata da una società, e si balla al suon de’ flauti, de’ violini e delle cetre, mentre i plebei fanno riunioni liete in varie case. 

Orani, Balli di Carnevale (anni '50)


Oristano 

In questi rioni sono alcune piazze, quella di San Sebastiano, poi quella di Cea Cuccu, terza quella di S. Efisio, quarta la piazza dei balli, ultima la piazzetta di Porta Mari.

S’Argia (la tarantola): Anche questo pregiudizio è per mancare, come si può argomentare da’ pochissimi balli che si improvvisano per la guarigione delle fanciulle, che sono punte da quell’insetto mentre vanno sopra il cocente suolo de’ campi svellendo il lino. La musica di queste danze è lieta o mesta, e la fanciulla o donna, vestita di pompa o di lutto, secondo che l’argia sia bagadia (nubile) o vìuda (vedova), come dicono volgarmente. 

Le pubbliche danze ne’ festivi si fanno all’armonia del canto, talvolta col tamburello e col piffero. Nei balli soventi sono scoppiate gravi risse e accese sanguinose inimicizie, talvolta per gelosia, talvolta per i cattivi scherzi che alcuni faceano, sgambettando per far perdere l’equilibrio agli inesperti. 

Il carnevale degli oristanesi è simile a quello che si pratica negli altri paesi. Sono pochi, a’ quali piaccia di travestirsi e mascherar l faccia; i più amano di danzare nelle piazze pubbliche on le fanciulle e le loro innamorate al suono del tamburo e del piffero, e alcuni di correre sopra bei destrieri, or singoli, or a due a due, or a più in presenza di tutto il popolo che fa ala nella contrada e applaude ai più destri.


Simone Manca di Mores: "Invito al ballo tondo veduto ad Oristano alla festa della Madonna d'Itria nel 1876"
(Tav. XXVIII della raccolta di acquerelli intitolata "Ricordo alla mia cara figlia Luigia Riccio - Costumi e vedute dell'Isola di Sardegna; Lavori originali eseguiti dal Sett. 1878 al Sett. 1880")



Orosei 

Il sollazzo della danza pubblica ne’ dì festivi si fa alle note del tamburino o alla melodia delle voci de’ cantori.

Feste: Tra l’anno si celebrano molte feste con numeroso concorso de’ popoli circonvicini (S. Antonio Abate, S. Isidoro agricola, S. Efisio, S. Giacomo apostolo, S. Paolo primo eremita, Vergine del Rimedio, SS. Vergine sotto il titolo del buon frutto di Adamo). In ciascuna di dette feste si corre il palio, si fanno pubbliche danze all’armonia delle voci, e sono aperte piccole fiere. 



Ortueri 

Le ricreazioni comuni sono sontuosi conviti, e la danza ora al suono delle lionelle, ora all’armonia delle voci: nel qual divertimento concorrono co’ giovani nubili anche gli attempati. 



Orune 

Nelle felici contingenze vedesi esultazione e allegrezza di conviti, danze e canti; nelle funeste una profonda tristezza, silenzio, ritiro, solitudine, principalmente nelle donne. 

Le principali feste sono per la Vergine degli abbandonati, S. Lorenzo, S. Margherita, la Vergine Consolatrice, la Vergine d’Itria, S. Efisio, la Vergine dell’Altura, e S. Costantino regolo del Logudoro. Per queste, come pure per la solennità del Corpo del Signore, si corre il palio e sono proposti tre premi diversi a’ tre primi (…). In occasione della medesima concorrono da’ prossimi paesi molti ospiti, parte per causa di religione, e i più per ricreazione, per danzare, per udire gli improvvisatori, veder la gara della corsa e i fuochi artifiziali.

Orune, balli alla festa della B. V. COnsolata (N. S. de su Cossolu, prima metà del 1900)



Oschiri 

Le feste principali sono: per S. Demetrio patrono della popolazione alli 17 ottobre, nella quale si corre il palio dai corsieri di prim’ordine, per la Vergine di Castra due volte l’anno, per S. Michele Arcangelo addì 8 maggio, per la Vergine di Otti, per S. Leonardo. Il concorso alle medesime è numerosissimo, molta l’allegrezza del popolo, l’esultanza dei giovani nelle danze, la gara degli improvvisatori nel canto, la gioja de’ conviti. 



Osidda 

Ne’ dì festivi non manca mai la danza nelle ore solite e nella piazza pubblica all’armonia delle voci. Come in Bitti, così in Osidda alcuni hanno la facoltà d iimprovvisare, e nelle feste entrano in gara gli uni con gli altri più spesso in ottave che negli altri metri, ai quali si possono obbligare. 



Osilo 

La festa principale è per il titolare (S. Angelo martire) e cade addì 13 maggio. Essa è frequentata da molta gente de’ vicini paesi, e allegrata dalle solite ricreazioni della danza e del canto e dallo spettacolo della corsa, In quest’occasione si celebra una fiera che dura due-tre giorni 

Le pubbliche danze ne’ festivi si fanno all’armonia del canto, talvolta con tamburello e piffero. Nei balli soventi sono scoppiate gravi risse e accese sanguinose inimicizie, talvolta per gelosia, talvolta per i cattivi scherzi che alcuni faceano, sgambettando per far perdere l’equilibrio agli inesperti. 



Ozieri 

Ricreazioni: Ne’ giorni festivi si fanno qua e là de’ balli ne’ luoghi pubblici, dove sta un po’ di largo, e la danza girasi, come negli altri luoghi, dall’armonia del canto. Nel carnevale ballasi nelle case de’ benestanti, più spesso nella maniera forestiera che nella nazionale, all’armonia degli strumenti di fiato e corda. I filarmonici ozieresi non si possono ancora numerare, e forse in tutto il paese non trovasi uno che sappia trarre note regolari da uno strumento. Per gli indicati balli si denov condurre de’ musici da Tempio (…).


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Tratto da:

CASALIS, Goffredo, a cura di - "Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna", Compilato per cura del professore e dottore di belle lettere Goffredo Casalis, Torino, 1833-1856, in 28 Volumi, di volta in volta pubblicati presso codesti editori torinesi: G. Maspero librajo e Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi.

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