1837 - Valery - Il Ballo Tondo di Pirri
"Pirri, un bel villaggio ben costruito, con 1.259 abitanti, è citato per il suo vino e i bei costumi delle contadine. Ci sono andato per vedere danzare il famoso ballo tondo, il ballo nazionale, voluttuoso per il modo di unirsi e soprattutto di stringersi la mano, poiché la dama posa il braccio sul braccio destro del cavaliere, tenendosi a lui.
Questo forte, questo caloroso modo di prendersi per mano non assomiglia minimamente a quello fatuo dei nostri balli; qui, l’indiscreto che osasse inserirsi e interrompere la stretta, farebbe al Sardo un affronto punito con la morte.
A questi meandri numerosi, serrati, lascivi, si unisce spesso un suonatore di launeddas, orchestra ambulante, che molto spesso è cieco. Questa danza non è riservata solo ai giovani, perché anche a un vecchio pastore può capitare di rinunciare a mangiare e a dormire per saltare nel ballo tondo.
La musica cadenzata, i suoni vibranti della launedda, aumentano l’eccitazione dei sensi e producono un effetto veramente magico su chi danza. Ho visto un austero e dotto personaggio fare dei balzi quasi, ai preludi di quest’aria travolgente. Il ballo tondo ha anche le sue difficoltà, insormontabili per gli stranieri; mi han raccontato di bravi ballerini del continente che non sono mai riusciti a impararlo.
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Coppia di Pirri, Da "La Sardegna Illustrata - Album di vedute e costumi sardi", editore Giuseppe Pala, Cagliari 1881 |
Al brillante ballo tondo di Pirri partecipavano danzatori di tutte le età, compresi i bambini. Andavano perfettamente al passo, ma, forse, con troppa applicazione e serietà. I cavalieri, gran pezzi d’uomini dai capelli neri a treccia, o tenuti in una retina come dalle donne, dimostravano una meravigliosa agilità. Anche loro, come le dame, portavano delle ricche collane. Negli intervalli del ballo un gruppo di contadine allattava imprudentemente (sic) i figli, mentre lì vicino i borsacchini, boxeurs a calci, si dedicavano ai loro stupidi giochi. Gli occhi delle donne, neri, vellutati, erano superbi; i piccoli piedi delle ragazze, che per tutta la settimana camminano scalze, mantengono la loro forma naturale e sono graziosissimi. Una donna di grande talento, autrice dei romanzi pubblicati con lo pseudonimo di George Sand, scrive da qualche parte: «i piedi piccoli così rari in Italia». Io ho avuto tante di quelle cose da vedere in Italia che il particolare dei piedi piccoli mi è sfuggito un po’, e non oso contrastare l’opinione di questa signora; è un’opinione che ho udito vivacemente contraddire in Toscana e del resto io posso assicurare che essi sono numerosissimi in Sardegna, anche tra le contadine che, quasi dappertutto altrove, li hanno orribili.
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Pirri, prima metà del 1900 |
Ho assistito a molti altri balli tondi, ma ce n’è uno che quello più classico di Pirri non mi ha fatto dimenticare; è quello di Macomer, la domenica, danzato con accompagnamento di voci, e più allegro, più animato. Gli uomini e soprattutto le donne che ballavano non erano così ben vestiti, ma è impossibile agitarsi di più ed essere più di buon umore di questa povera gente.
Il ballo e il canto sembrano i principali bisogni del popolo sardo sempre in festa. Il ballo tondo, dove cominciano e qualche volta finiscono i progetti di matrimonio, è allo stesso tempo un esercizio molto salutare, approvato dai medici e del tutto adatto al clima."
Da "Voyages en Corse, à l'île d'Elbe, et en Sardaigne" di Pasquine Antoine-Claude, alias Valery, traduzione dall'originale del 1837
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